Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, continua imperterrito la sua guerra contro gli orsi, contro il diritto e contro il buon senso. Con un decreto se possibile ancor più pasticciato e mal congegnato degli altri, ha condannato a morte l’orsa F36, rea di aver difeso il suo cucciolo con due classici “falsi attacchi”. Ormai Fugatti interpreta la caricatura di se stesso nella sceneggiatura di un film da lui scritto e diretto, nella speranza di raccattare voti in più letteralmente sulla pelle degli orsi, quando tutti hanno ormai capito che quella dei 70 orsi da allontanare è una pura e semplice sciocchezza e che promuovere la convivenza con i plantigradi è l’unica soluzione possibile”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, commentando il provvedimento firmato ieri da Fugatti.
“Come in passato – continua la deputata – ci opporremo in tutte le sedi a un decreto che a prima vista appare perfino più sgangherato del solito. Non solo F36, come ammette il testo, “non si era sinora resa protagonista di incontri ravvicinati con l’uomo che abbiano provocato reazioni aggressive, né di particolari frequentazioni di contesti antropizzati e neppure di danni”, ma stava chiaramente difendendo il suo piccolo. E non può essere uccisa solo perché la Provincia, inadempiente, non sa dove metterla, visto che due dei tre posti del Casteller sono occupati da M49 e da JJ4 e il terzo, secondo il decreto, dev’esser tenuto libero per MJ5, il grosso maschio che Fugatti vorrebbe abbattere ma allo stato, per decisione dei giudici amministrativi, potrebbe soltanto catturare. A Fugatti avevamo proposto di costruire un nuovo rifugio per orsi in Trentino: ci ha risposto picche. A lui i plantigradi piacciono morti. Insomma, siamo alle solite: nessuno spiega al presidente che il problema non è ammazzare gli orsi, ma conviverci?”