Con 332 No e 288 Sì, i cittadini di Schivenoglia, riferisce la Gazzetta di Mantova, si sono schierati a maggioranza contro l’insediamento dell’allevamento da 10.600 suini proposto dall’azienda Biopig. A questo punto l’amministrazione comunale, come annunciato, negherà la variante al piano di governo del territorio necessaria per l’allevamento.
Una vittoria sonante per il comitato del “no”, di cui ha fatto parte in prima linea la delegazione del Movimento Animalista di Mantova capitanato da Elena Arcese. Il quesito su cui i cittadini hanno votato era sull’accettare o meno la variante al pgt che di fatto avrebbe aperto la strada all’allevamento. Il referendum riguardava, indirettamente, anche l’ex latteria di Schivenoglia. Infatti Biopig aveva concordato con l’amministrazione che, se il progetto fosse andato in porto, l’azienda si sarebbe occupata dell’acquisizione e bonifica del sito che attualmente ospita 1.500 suini. Struttura che Arcese non esita a definire “lager” e per il quale ha chiesto e ottenuto anche controlli da parte dell’Asl e delle forze dell’ordine.
“Quella contro l’allevemento Biopig è una grandissima vittoria, per cui dobbiamo festeggiare – ha commentato Elena Arcese -. Dopo mesi di battaglie e assemblee pubbliche siamo finalmente riusciti a scongiurare l’apertura di un maxi allevamento di maiali con annesso impianto inquinante a biogas per la produzione elettrica. Il tutto in una zona come la Pianura Padana che è fra le regioni più inquinate d’Europa non solo per il traffico veicolare ma anche per gli allevamenti intensivi di cui il Mantovano è pieno. Solo Schivenoglia ha già 8mila maiali che, con la nuova struttura Biopig, sarebbero arrivati a a quasi 19mila, un numero impressionante, quindici maiali per ogni abitante! I produttori di carne si rassegnino: la sensibilità dei cittadini sui temi del benessere animale e dell’inquinamento migliora ogni giorno di più”.