Un episodio di assurda violenza e sevizie è emerso ieri a Montesilvano (PE): il corpo un cane di piccola taglia, senza microchip, è stato rinvenuto in una strada pubblica, privo della testa e di una zampa, ma certamente non si tratta di un incidente perché sull’asfalto mancano tracce di sangue.
La responsabile del Movimento Animalista della provincia di Pescara, Norma Di Pentima, ha subito preso contatto con il Comune di Montesilvano per seguire gli sviluppi di una vicenda che ha dell’incredibile: “Ciò che maggiormente suscita orrore e stupore – dichiara Di Pentima – è che le parti amputate non sono state ritrovate. Come pure non vi sono tracce di sangue, e ciò porta a credere che il povero cane sia stato mutilato da qualche altra parte e successivamente portato nel luogo del rinvenimento”.
“Non smetteremo mai di evidenziare la necessità di inasprire le pene per chi maltratta e uccide gli animali”, aggiunge Guido Mammarella coordinatore per la Regione Abruzzo del Movimento fondato dall’on. Michela Vittoria Brambilla. “Non cambierà nulla, e orrori di questo tipo continueranno a ripetersi anche per uno scellerato effetto emulativo, fino a quando la politica non capirà che gli animali vanno tutelati come esseri senzienti e che quindi dev’essere severamente punito ed andare effettivamente in carcere chi maltratta e uccide, con crudeltà e senza necessità, esseri viventi privi di adeguata tutela. Sarebbe sufficiente che il Parlamento desse seguito alle proposte di modifica al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali, da tempo presentate dall’on. Brambilla, perché la gravità del problema va anche oltre la tutela degli animali”.
Spiega infatti Di Pentima: “Gli abusi sugli animali, eticamente inaccettabili, sono anche manifestazione di una più ampia propensione alla violenza che tende a colpire indiscriminatamente. Chi è violento con gli animali, lo conferma la letteratura scientifica, tenderà a esserlo anche con le persone, a cominciare dai più deboli: bambini, donne, anziani, perché la violenza è una e una sola”.
(Foto di repertorio)