Telefonata col presidente Toti che assicura: “Nessun danno per gli animali”
“Devono essere garantiti la libertà e il benessere dei cavalli selvaggi dell’Aveto e il modo migliore per farlo, e per ridurre al minimo interferenze con le attività umane, è riportare nel loro ambiente gli animali catturati e ora rinchiusi in un recinto”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, dopo un colloquio telefonico con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, la cui intenzione – assicura la parlamentare – è “che nessun cavallo abbia danno da qualsiasi azione intrapresa”. A tale scopo Toti ha convocato per domani una riunione con le parti interessate. “Non ci può essere – sottolinea l’on. Brambilla – alcuna deportazione, men che meno in luoghi dove i cavalli potrebbero essere sfruttati o addirittura macellati. I cavalli selvaggi dell’Aveto vanno riconosciuti e tutelati quale patrimonio della Regione”.
Nei giorni scorsi i volontari che da sempre seguono questa popolazione di cavalli “senza padrone”, una delle poche rimaste in Italia, ne hanno trovati sette rinchiusi in un recinto: qualcuno, col pretesto del “pericolo” per la sicurezza pubblica, li aveva catturati, caricati su un camion e sottratti ai loro pascoli in altura, intorno al lago di Giacopiane, per destinazioni e fini che sfuggono ad ogni controllo. “Si tratta – ricorda la deputata – di una delle poche popolazioni in Italia di cavalli allo stato di natura: animali liberi, abituati a cavarsela da soli anche nella ricerca del cibo, attentamente monitorati da volontari e ricercatori di varie Università, che da tempo attirano l’interesse dei turisti. Sarebbe opportuno, come il consiglio regionale sembrava orientato a fare, riconoscere la “popolazione rinselvatichita” di cavalli e stanziare fondi adeguati per salvaguardarli “da maltrattamenti, bracconaggio e macellazioni clandestine”. La prima cosa da fare sarebbe realizzare uno sbarramento “ecologico” che impedisca agli animali di scendere troppo a ridosso delle frazioni più abitate. Invece oggi questi cavalli, così amati dai turisti, sono esposti agli abusi e all’arbitrio di chiunque decida di approfittarne”.