“Ho sempre saputo che quella dei Cinque stelle “animalisti” era una leggenda. Ora lo sanno tutti. Avevo dato la disponibilità ad accogliere i sette cinghiali chiusi nel parco del quartiere Aurelio a Roma, per salvarli. Loro li hanno uccisi. E il dirigente del Comune di Roma che ha dato l’ordine mi ha anche insultato con epiteti sessisti irriferibili”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta l’operazione condotta nella notte che ha posto fine, nel peggiore dei modi, all’avventura di una femmina di cinghiale con sei cuccioli, bloccati giovedì all’interno dell’area giochi di via della cava Aurelia, subito transennata e sorvegliata dalle forze dell’ordine. Due le iniziative annunciate dalla parlamentare di Fi: un esposto per uccisione di animali e una querela per diffamazione.
Nelle prime ore di “prigionia” sembrava che l’intenzione fosse quella di catturare gli animali e trasferirli, poi qualcosa è cambiato e le autorità competenti (Comune e Regione in prima linea) hanno optato per l’abbattimento col favore delle tenebre, mentre intorno all’area giochi montava, nonostante la pioggia battente, la protesta delle associazioni animaliste. “A questo punto – spiega Brambilla – ho contattato il ministero dell’Ambiente, le forze dell’ordine, il presidente della Regione Lazio Zingaretti, e Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente del Comune di Roma, per segnalare la disponibilità di LEIDAA a farsi carico degli animali, evitando la loro uccisione. La proposta è stata giudicata percorribile da Diaco e dall’assessore regionale Onorati”. Sul campo però le cose sono andate diversamente. “Il capo del dipartimento ambiente del Comune Marcello Visca– riferisce la deputata – ha detto che “della Brambilla se ne frega”, aggiungendo nei miei confronti espressioni irriferibili per le quali sarà denunciato, e, prima di andarsene, ha dato l’ordine di abbattere gli animali, ordine immediatamente eseguito. Diaco si è defilato, dicendo che non trovava il suo dirigente, che senza il suo dirigente non poteva fare nulla e che la responsabilità sulla Regione (dalla quale, invece, avevo ottenuto via libera). Alla fine i corpi degli animali sono stati caricati su un camion speciale con la scritta ““Materiale di categoria 1 destinato all’eliminazione, Regione Lazio”. Un’esecuzione portata a termine freddamente, offendendo anche il sentimento morale dei cittadini e dei tanti volontari presenti”.
“Sono morti – conclude l’on. Brambilla – sette animali innocenti. Volevano solo vivere, approfittando dei rifiuti che “generosamente” l’amministrazione capitolina lascia fermentare sulle strade. Ma d’ora in poi alla favola dei Cinque stelle che difendono gli animali e i loro diritti non crederà più nessuno”.