“È inutile girarci intorno: dal punto di vista della riduzione delle emissioni, e in particolare del superamento dei combustibili fossili, sui quali occorrono impegni seri e cogenti di tutte le grandi potenze, la Cop27 è stata un altro insuccesso”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla (gruppo misto), presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.
“L’accordo sul fondo ‘danni e perdite’ per i Paesi più colpiti dal cambiamento climatico – continua la deputata – è sicuramente un passo in avanti, e merita, con tutti suoi limiti, di essere registrato positivamente, ma sul resto, nonostante gli sforzi dell’Ue e del governo italiano, ci sono solo vaghezze. Rimane sul tavolo anche il problema delle emissioni climalteranti degli allevamenti intensivi, che entro il 2030 dovrebbero aumentare, secondo stime ragionevoli, del 5 per cento. Restano i problemi della difesa della biodiversità, della deforestazione, dell’innalzamento della temperatura e dell’acidificazione degli oceani e tanti altri. Sorge legittimamente il dubbio sull’efficacia di queste maxi-conferenze, soprattutto in momenti di tensione geopolitica che non favoriscono (per usare un eufemismo) gli accordi tra i maggiori responsabili delle emissioni. Il segretario generale dell’Onu Guterres aveva detto ai partecipanti “O la borsa o la vita” volendo significare che occorre spendere, e molto, per risarcire i paesi poveri più colpiti e centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Possiamo dire che la Cop27 ha messo poco mano alla borsa e non ha pensato abbastanza alla vita, del pianeta e nostra”.