“Quale urgente iniziativa” intenda intraprendere il ministro della Salute per evitare “la discriminazione ”delle persone o delle famiglie che operano una scelta alimentare vegana o vegetariana, alle quali, secondo le nuove “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, ospedaliera e assistenziale”, in corso d’approvazione, potrebbe essere imposto l’obbligo di prescrizione medica per ottenere il regime alimentare richiesto. Lo chiede in un’interrogazione a risposta in commissione l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.
Il nuovo testo, osserva l’on. Brambilla, smentisce “quanto previsto fino a oggi con le Linee Guida ministeriali in vigore fin dal 2010 e confermate con una Nota chiarificatrice emanata nel 2016 dallo stesso Ministero della Salute. Vi si stabilisce – sottolinea l’ex ministro – che non è sindacabile né attestabile da un medico la scelta etica e culturale vegana o vegetariana di una persona, di una famiglia, così come le scelte alimentari religiose, non trattandosi di una malattia. Tale cambio di linea degli Uffici del Ministero, nell’intento di scoraggiare quanto più possibile chi fa scelte alimentari senza prodotti di origine animale o con la loro riduzione, ha tutta l’aria di un autogol poiché queste nuove Linee Guida dovranno essere emanate con DM cofirmato dal Ministro dell’Ambiente in attuazione del Decreto Legislativo 50 del 2016 per concorrere anche alla difesa dell’ambiente e al sostegno della green economy, mentre organismi internazionali come IPCC, FAO e OMS affermano da tempo che il contrasto ai cambiamenti climatici si realizza anche sulle nostre tavole – dove può fare la differenza la preferenza bilanciata per gli alimenti vegetali, meno impattanti e più salutari – ed hanno più volte ribadito la validità e l’adeguatezza in tutti gli stadi del ciclo vitale delle scelte alimentari che prevedono riduzione o esclusione dei prodotti di origine animale”.