“Bene ha fatto il ministro dell’Ambiente Costa ad intervenire con tutto il peso della sua autorità sulla vicenda dell’orso del Peller, che il presidente della Provincia di Trento Fugatti ha già condannato a morte. Bene farebbe l’amministrazione provinciale a ritirare un’ordinanza precipitosa e illegittima, dettata da impulsività”. Lo scrive in una nota l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali.
“Il ministro – sottolinea la deputata – ha perfettamente ragione: non solo, prima di tutto, va identificato con assoluta certezza l’orso che lunedì scorso ha ferito padre e figlio (ai quali auguro pronta guarigione), ma occorre anche ricostruire accuratamente l’accaduto e valutare il fondamento etologico della risposta dell’animale. Potrebbe benissimo trattarsi di un’orsa che stava difendendo i cuccioli. E del resto, una volta chiariti i fatti, l’abbattimento non è l’unica soluzione possibile”.
“Il grilletto facile di Fugatti – prosegue l’on. Brambilla – complica solo le cose. Rende ancora più difficile individuare il punto di equilibrio che possa garantire, come avviene in altre zone d’Italia e d’Europa, la convivenza tra l’orso – specie di cui si è chiesto ed ottenuto il ripopolamento con notevole impiego di risorse pubbliche – e le attività umane sul territorio. Il ripopolamento è stato un successo: bisogna coglierne le opportunità, non scatenare un’assurda “caccia agli orsi” che i trentini stessi hanno rivoluto sulle loro montagne. Ha detto il giovane ferito: “La montagna è la casa degli animali. Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa”. Sottoscrivo”.