“Tagliare l’IVA sui prodotti e sui servizi necessari per mantenere un animale da compagnia non è solo giusto, è utile”. Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’ Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, inaugurando, a Bologna, Zoomark international, tradizionale punto di riferimento per tutta l’industria dei “pet”. L’ex ministro annuncia che l’Intergruppo presenterà “un pacchetto di emendamenti” alla legge di bilancio per ridurre gli oneri fiscali indiretti sui proprietari di animali d’affezione.
Il pacchetto comprende proposte per ridurre al 10 per cento l’IVA sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per gli animali d’affezione. “Su microchippatura e sterilizzazione – aggiunge l’on. Brambilla – l’esenzione dall’IVA dovrebbe essere totale, se vogliamo davvero combattere la piaga del randagismo, dilagante in alcune aree del Paese. L’anno scorso -prosegue – abbiamo ottenuto dal governo l’impegno a “valutare l’opportunità di collocare le prestazioni veterinarie e la cessione degli alimenti per animali da compagnia nello scaglione d’imposta agevolata al 10 per cento”. Ora torniamo alla carica per chiedere, avvicinandoci a modelli europei da seguire (come il 7 per cento praticato in Germania), che l’aliquota ridotta diventi realtà. E finché avremo fiato, continueremo ad insistere”.
È davvero il momento adatto per introdurre queste modifiche. “A favore – spiega la presidente dell’Intergruppo – concorrono oggi l’esperienza della pandemia, l’espansione del settore (che anche a fronte di tagli fiscali continuerebbe a generare ragguardevole gettito) e l’occasione storica di una riforma fiscale da realizzare mentre, con giudizio, “si può dare invece che prendere” grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Prossimo al traguardo, invece, è lo storico obiettivo di una riforma costituzionale che tuteli ambiente, ecosistemi, animali. “In Italia – ricorda l’on. Brambilla – arriviamo in ritardo alla meta ed io personalmente, per quanto riguarda gli animali, avrei preferito la formulazione che riprendeva il riferimento alla loro natura di esseri senzienti, contenuto nell’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Ma l’importante era far passare, per la prima volta, il principio del riconoscimento costituzionale degli animali, sia pure prevedendo che la legge dello Stato ne disciplini i modi e le forme di tutela. Credo che a questa legislatura – conclude – si potrà riconoscere il merito di aver risposto nel miglior modo possibile alle pluridecennali aspirazioni di ambientalisti e animalisti”.