La tutela degli animali è da tempo nel programma di Forza Italia, ben prima che chiunque altro prestasse, o fingesse di prestare, attenzione al problema, e le mie cinquanta proposta di legge in materia sono lì a dimostrarlo: dalla tutela degli animali in Costituzione, all’inserimento dei “pet” nello stato di famiglia che la commissione Giustizia della Camera sta esaminando, all’accesso nei luoghi pubblici, al trattamento fiscale di alimenti e cure veterinarie. Lo ha detto oggi a Bologna l’on. Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, nel suo intervento al convegno inaugurale di “Zoomark 2019”, il Salone internazionale del settore.
Prendendo spunto dal Rapporto Assalco-Zoomark presentato durante il convegno, che conferma la rilevanza sociale della convivenza con gli animali d’affezione (ce ne sono circa 60 milioni nel Paese) e l’esigenza di una legislazione adeguata alla situazione di fatto, l’ex ministro ha illustrato le più significative tra le sue proposte di legge in difesa degli animali e di chi convive con gli animali d’affezione, soffermandosi particolarmente sul riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” in Costituzione, “necessario per riformare i codici”, sull’inasprimento delle pene per chi uccide o maltratta animali (“La mia proposta, completa ed organica, nasce ben prima di questa campagna elettorale ed attende solo di essere calendarizzata”), sull’inserimento degli animali nelle certificazioni anagrafiche, sull’Iva per gli alimenti destinati agli animali d’affezione, sui chiarimenti e sulle liberalizzazioni necessarie per l’accesso dei cittadini con animali al seguito nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
“L’iscrizione dell’animale nella famiglia anagrafica – spiega l’on. Brambilla – consentirà da un lato di godere dei benefici di legge laddove previsti, ad esempio di permessi di lavoro per curare il proprio animale familiare, dall’altro di incentivare l’iscrizione nell’anagrafe degli animali d’affezione – condizione perché si possa chiedere l’iscrizione nella famiglia anagrafica – con evidenti benefici per l’azione di contrasto al randagismo. E l’Istat avrà dati precisi sulla presenza degli animali nelle nostre case”.
Quanto all’Iva per gli alimenti destinati agli animali d’affezione, “dev’essere ridotta, perché Il mantenimento e la cura di un animale non si possono trattare fiscalmente come l’acquisto di un auto di grossa cilindrata o una barca”. Quasi il 75 per cento degli italiani, secondo il Rapporto, chiede misure di agevolazione. “I risultati dell’assurda politica seguita finora – avverte l’ex ministro – sono sotto gli occhi di tutti: abbandoni, riproduzione incontrollata, diffusione del randagismo, sofferenza degli animali, canili pieni, peggioramento delle condizioni igieniche e di sicurezza in molti territori, aumento della spesa pubblica. Ed è ora di voltar pagina anche sui farmaci veterinari che, a parità di molecola, non possono costare fino a dieci volte più di quelli per uso umano”.
Secondo l’ex ministro del Turismo, con il cosiddetto “governo del cambiamento” non è cambiato un granché: “Oggi, come negli ultimi anni, non abbiamo un governo sensibile alla tutela degli animali, alle esigenze dei proprietari, alle istanze degli operatori del settore. La considerazione di cui gode il fenomeno sociale ed economico della convivenza con gli animali d’affezione non è proporzionale alla sua effettiva portata: si oscilla ancora – denuncia l’on. Brambilla – tra il vecchio atteggiamento liquidatorio, dell’ ”argomento di serie B o C”, e l’atteggiamento “predatorio” che confonde un mondo di affetti primari, sia pure verso esseri non umani, con le vere manifestazioni di ricchezza alle quali una fiscalità progressiva può legittimamente dedicare la propria attenzione. L’amore, l’affetto, l’amicizia non si tassano”.