In data odierna, l’Arch. Daniela Fanelli, coordinatrice regionale Puglia e l’Avv. Massimiliano Vaccariello, coordinatore provinciale BAT, hanno incontrato il Dott. Onofrio Mongelli, Dirigente della Regione Puglia che si occupa di sanità veterinaria al fine di esporre le loro preoccupazioni in merito alla situazione dei canili in Puglia, ormai divenuta insostenibile, delle sterilizzazioni dei gatti, ancora troppo poche, ad eccezione di isolate realtà locali, nonché della situazione del randagismo in genere.
Tra i suggerimenti e le tante proposte esposte nel corso del predetto incontro, i suddetti responsabili locali del Movimento Animalista hanno fatto presente che trattandosi di esseri senzienti non è ammissibile continuare ad adottare il criterio del maggior ribasso libero in fase di assegnazione della gestione dei canili, poiché tale criterio va a sicuro discapito degli ospiti degli stessi canili, rendendo impossibile garantire ai cani stessi anche solo un’alimentazione che rispetti i minimi standard vitali ed una dignitosa permanenza nelle strutture (permanenza che il più delle volte è una condanna ad una detenzione a vita).
“La puglia è la seconda regione in Italia per la spesa annua di mantenimento dei cani in canile e, nonostante questo, ormai quotidianamente, riceviamo segnalazioni di canili lager o di divieti di accesso, alle strutture, intimati ai volontari, i quali, spesso sono gli unici impegnati costantemente nel promuovere le adozioni dei cani ospiti dei canili – afferma Daniela Fanelli – tutto questo alimenta un business che ormai ha connotazioni sempre più ambigue”.
I privati, forti della sentenza di Corte Costituzionale che dà il via libera agli stessi nella gestione di sanitari, si stanno organizzando e stanno inviando lettere a tutti i comuni per i nuovi appalti di gestione. In tema di randagismo, i comuni, d’altro canto, complici di un radicato immobilismo, pretendono di lavarsene le mani chiudendo gli occhi davanti a situazioni che, piuttosto che salvaguardare il benessere animale, lo affossano all’insegna del più bieco scopo di lucro, tale perché non può che considerarsi deprecabile un’attività finalizzata a guadagnare sulla pelle di esseri viventi è senzienti.
Purtroppo, la legge regionale non tutela adeguatamente il benessere animale e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, basta fare una ricerca immagini sui canili sequestrati in puglia negli ultimi anni.
“La questione diventa più seria – sostiene l’Avv. Vaccariello – se un comune decide di vendere il suolo su cui si trova il canile sanitario, senza aver predisposto una struttura sostitutiva che sia immediatamente operativa e senza aver stabilito dove allocare i cani detenuti nello stesso sanitario, prima ancora di chiuderlo. Parliamo del Comune di Barletta, in cui, sulla base di una presunta emergenza (cioè l’asserita sopravvenuta indisponibilità del suolo ove si trovava il sanitario, a causa del trasferimento di proprietà della stessa area), si comprimeva e sospendeva un servizio pubblico di fondamentale importanza, neanche se il trasferimento della proprietà del suddetto suolo ad altro soggetto fosse stato deciso, predisposto e perfezionato in pochi giorno o ore”.
Poi, oltre al danno la beffa, se si considera che alla sospensione, o comunque compressione, dei servizi erogati all’interno del sanitario, si aggiunge la circostanza che ai cittadini, ai volontari ed alle associazioni animaliste non è dato sapere dove verrà spostato l’ambulatorio, dove, ad oggi, possono essere effettuate le sterilizzazioni e le modalità e i tempi in cui verranno erogati gli altri servizi.
Infatti, pare non sia pervenuta alcuna comunicazione alle associazioni animaliste locali, in merito alla sospensione dei predetti servizi.
Per cui ci chiediamo quanto è sentita dalla classe politica pugliese la necessità di sconfiggere il sistema randagismo e pretendiamo chiarezza su un tema così importante.
Il Movimento Animalista ritiene che il benessere animale passi per due vie, quella delle sterilizzazioni in tempi di emergenza come quello in cui viviamo e quella delle adozioni a scapito delle detenzioni a vita nei canili (detenzione che non è mai stata una soluzione, ma più che altro un “nascondere la polvere sotto al tappeto”).