“Che in Italia sia difficile rendere giustizia agli animali, è noto. Ma la decisione del giudice di Livorno sul caso di Snoopy, il povero meticcio ucciso senza motivo nel 2015 con un colpo di carabina, non può non suscitare indignazione”. Lo afferma una nota del Movimento animalista, firmata dalla coordinatrice toscana Laura Cardinali e dalla responsabile per Livorno, Lavinia Manzi.
“Il fatto che la legge attribuisca al magistrato un’ampia discrezionalità – prosegue il testo – non impedisce di criticarne l’uso che ne viene fatto. L’accoglimento dell’istanza di sospensione del procedimento con messa alla prova lascia sostanzialmente impunita l’uccisione a freddo di un animale, compiuta dall’imputato sparando contro il balcone di un vicino di casa con un’arma ad aria compressa. Ai proprietari di Snoopy va un risarcimento di 15 mila euro che certo non restituisce loro l’affetto perduto e al Comune un’elemosina di 500 euro per il canile. Peraltro il lavoro di pubblica utilità prescritto, sei ore settimanali presso l’ente affidatario Società volontaria di soccorso e tre presso l’Arci, non appare idoneo ad “elidere o attenuare” le conseguenze del reato, con il quale non ha alcun rapporto. Insomma, l’ordinanza è ispirata alla vecchia e deprecabile logica del “è solo un cane” e alla tradizionale assimilazione dell’animale ad un oggetto, la cui distruzione può essere risarcita senza ulteriori conseguenze. Con ben altro rigore, logico e giuridico, ha deciso nel maggio scorso – ricorda la nota – il giudice di Paola (Cosenza) nel processo contro i responsabili della morte del cane Angelo”.