Il giudice del Tribunale di Sulmona (Aq) Marco Billi ha assolto oggi perché il fatto non costituisce reato Antonio Centofanti, 63 anni, di Pettorano Sul Gizio (Aq), imputato nel processo penale per l’uccisione di un esemplare di orso marsicano. I fatti risalgono a una notte del settembre del 2014 quando l’uomo avvertì dei rumori provenienti dal suo cortile. Proprio per questa ragione uscì armato di casa per verificare cosa stesse accadendo quando improvvisamente si trovò davanti nel buio un grosso esemplare di plantigrado che lo spinse facendolo cadere all’indietro. Nella caduta Centofanti batté la testa, come dimostrato anche dalle cure ricevute in ospedale, e partì accidentalmente un colpo che ferì l’animale che scappò sanguinante e fu ritrovato successivamente in una zona distante dal casolare. La vicenda all’epoca suscitò molto clamore e in questi anni l’opinione pubblica si è divisa tra chi, come le tante associazioni ambientaliste che si sono costituite parte civile nel processo, ha ritenuto l’episodio assai grave e chi, come molti contadini che hanno subito danni dalla presenza degli orsi che spesso sono arrivati dentro le stalle e pollai procurando distruzione e seminando paura, si è schierato a favore di Centofanti.
“È una sentenza a dir poco discutibile”, commenta Rinaldo Sidoli, responsabile centro studi del Movimento animalista. “La tesi della difesa per cui l’imputato avrebbe sparato accidentalmente al plantigrado a causa di una caduta a terra contraddice le dichiarazioni spontanee iniziali dell’imputato. Conservare un animale a rischio estinzione vuole dire anche garantire, quand’è il caso, la certezza della pena. Chi si macchia di questi crimini deve risponderne ai sensi di legge. Di questa specie sono rimasti poco più di 50 esemplari esclusivamente nel Parco Nazionale d’Abruzzo e in alcune aree protette limitrofe tra Abruzzo, Lazio e Molise”. Conclude Sidoli: “Dopo lo stanziamento di 6 milioni di euro di soldi pubblici per un progetto ad alto impatto nel Parco Sirente-Velino, area protetta regionale e di interesse comunitario, si rischia di legalizzare l’uccisione di animali innocenti”.
(Foto da Wikipedia)